L'ACQUARIO TROPICALE D'ACQUA DOLCE

GLI ACCESSORI

 

            La luce

 L’impianto di illuminazione è una delle parti più importanti dell’acquario.   La luce è fondamentale per la vita delle piante.   Un acquario ricco di piante, oltre ad essere molto bello, possiede acqua contenente meno sostanze tossiche derivanti dal metabolismo dei pesci, questo perchè tali sostanze sono trasformate in materia organica dalle piante.

Esistono numerose fonti di luce: lampade ad incandescenza, fluorescenti, allogene, a vapori metallici, Led.

In un impianto casalingo le uniche lampade che si prestano bene per illuminare l’acquario sono le fluorescenti.   In commercio esistono numerosi tubi fluorescenti, che si differenziano per forma, durata, colore della luce emessa.   La forma più adatta alle nostre vasche, va da se, è quella del tradizionale tubo al neon diritto.   In commercio esistono lampade fluorescenti della durata variabile dalle 2.000 alle 7.500 ore; il costo è in genere proporzionale alla durata. Si differenziano in T8 e T5.
Le T8 sono i classico vecchio "tubo al neon" che può essere accesso sia con il reatore ad induzione sia con i ballast elettronici. 
I T5 si differenziano dai T8 per il diametro decisamente minore, hanno la caretteristica di aver maggior potenza in watt a parità di lunghezza (quindi emettono più luce) e possono essere accesi soltanto con gli appositi ballast elettronici.

Quello che è molto importante per noi è il colore della luce emessa.   Il nostro occhio è capace di percepire meglio la luce di colore giallo-verde.   Le gamme d’onda della luce che vengono sfruttate dalle piante nella fotosintesi clorofilliana sono invece le gamme del blue-viola e rosso-arancione.

Esistono in commercio tubi fluorescenti “fitostimolanti”  in grado di erogare luce ricca soprattutto di questi colori.   Quindi sono queste le lampade da scegliere per illuminare il nostro acquario.

Scelto il tipo di lampada bisogna sapere quante lampade servono per il nostro acquario e che potenza devono avere.   La potenza dipende dalla lunghezza del tubo.   I tubi devono coprire interamente la lunghezza dell’acquario, mettendone anche più di uno in fila se necessario.   quindi per un acquario lungo 80 cm. occorre usare lampade T8 da 20 watt.   Inoltre le lampade devono essere collocate nel coperchio collocandone all’incirca a 10 cm di distanza l'una dall'altra per l'intera larghezza della vasca.   Per tornare ad una vasca di 80 x 40 cm di base occorrono 3 tubi da 20 watt. In questo modo l’acquario dispone della quantità e qualità di luce che serve alle piante.   L’acquario illuminato in questo modo ha però l’aspetto di un night club risaltando enormemente i colori blu e rosso e, avendo poca luce giallo-verde, sembrerà poco illuminato.   Occorre quindi aggiungere un tubo fluorescente normale (luce giallo-verde) collocandolo sulla parte anteriore del coperchio.   In questo modo l’acquario sarà illuminato nel modo giusto.   Per la durata del periodo di illuminazione si rimanda al capitolo sulle piante.  Non bisogna assolutamente frapporre vetri fra le lampade e la superficie dell’acqua.   Tale vetro assorbirebbe una notevole quantità di raggi luminosi, è invece utile dotare la vasca di un coperchio riflettente a specchio in modo da aumentare ulteriormente la quantità di luce che penetra nell’acqua.

 

            Riscaldamento

 Se si desidera allevare pesci tropicali il nostro acquario dovrà ovviamente essere munito di un impianto di riscaldamento.    Questo consiste in una resistenza elettrica contenuta in un cavetto riscaldante o in una provetta di vetro Pirex a tenuta ermetica e di un termostato.   Il termostato può essere del tipo elettromeccanico contenuto in una provetta di vetro (si trovano in commercio provette contenenti sia il termostato sia la resistenza) oppure elettronico.   Quest’ultimo tipo permette un miglior controllo della temperatura con una minor oscillazione termica.   Quanto deve essere potente la resistenza ?  Una vecchia regola prescriveva un watt per ogni litro (100 litri, 100 watt), in una casa riscaldata tale potenza può essere ridotta del 30% circa.

  

            Il filtro

 E’ l’accessorio principe della vasca.   E’ deputato a trattenere le particelle che sono in sospensione nell’acqua e che la rendono torbida, a trasformare le sostanze organiche di rifiuto che sono velenosissime in sali inorganici molto meno velenosi che vengono poi utilizzati dalle piante.

Esistono filtri esterni alla vasca, collegati a questa mediante tubi attraverso i quali una pompa fa circolare l’acqua, filtri interni alla vasca stessa, divisi da essa da un vetro opalino ove l’acqua può essere fatta circolare da un erogatore o da una pompa.   In un impianto domestico, salvo casi molto particolari, è quest’ultimo il  tipo da preferirsi.

Deve avere una capacità pari al 10-15% della capacità della vasca e deve essere suddiviso in scomparti verticali attraverso i quali circola l’acqua.  In tali scomparti verranno collocati i materiali filtranti.

Il primo materiale è quello per il filtraggio meccanico (trattiene lo sporco più grossolano) ed è costituito da lana di Perlon.   Poi si susseguono i materiali per il filtraggio biologico: tubetti di ceramica, frammenti di lava, spugne in materiale plastico, carbone non attivo, ecc.   Nell’ultimo scomparto può trovar posto materiale adsorbente (carbone attivo) nei momenti quando è richiesto.

La circolazione dell’acqua è garantita da un erogatore azionato dalla pompa dell’aria (pompa a sorbona), oppure da una pompa ad immersione, oggi da preferirsi decisamente.

Bisogna calcolare che nel filtro in un’ora deve circolare il 300% dell’acqua dell’acquario, quindi quando si compera una pompa questa deve essere dimensionata nel modo giusto.   Se ha una portata inferiore al 100% della capacità della vasca il funzionamento del filtro ne risulta pregiudicato.

Brevi note sul filtraggio biologico.   I materiali porosi (Spugne, ceramica, carbone non attivo, lava ecc.) che vengono collocati nel filtro vengono colonizzati da batteri che trasformano la materia organica di rifiuto in sali azotati che sono poi utilizzati dalle piante.   Perché ciò avvenga è necessario che il filtro venga colonizzato da tali batteri, questo richiede tempo, e che l’acqua che lo attraversa sia ricca di ossigeno.   E’ per questo motivo che bisogna mantenere pulito il primo scomparto del filtro, quello meccanico (lo sporco assorbe ossigeno), non bisogna mai lavare il substrato biologico, ma solo sciacquarlo leggermente (per non levare troppi batteri), preferibilmente utilizzando l'acqua della vasca e non quella del rubinetto.       

 

 

            L’aerazione

 Fino a pochi anni orsono si vedeva negli acquari una colonna di bollicine d’aria che fuoriusciva da una pietra porosa collocata sul fondo dell’acquario.    Il suo compito era quello di smuovere la superficie dell’acqua e di creare corrente all'interno della vsca per facilitare gli scambi gassosi.    Oggi è molto raro vedere un acquario d’acqua dolce dotato di tale attrezzatura.    L’uso delle pompe ad immersione per far circolare l’acqua del filtro garantisce la giusta turbolenza di superficie e rende inutile l’uso della pietra porosa.   Un tempo le prime pompe ad immersione costavano un occhio della testa, quindi si usava una piccola pompa a membrana vibrante (vibratore) che pompava aria in un sistema di tubicini di silicone, questi alimentavano erogatore del filtro (sorbona) e la pietra porosa.   Tale sistema, allora indispensabile, aveva numerosi difetti il più importante dei quali era la rumorosità di questo vibratore.

 

 

            Automatismi

 Sul mercato vengono offerti numerosi automatismi per l’acquario.    I più utili sono la mangiatoia automatica (serve a far cadere nell’acqua il giusto quantitativo di cibo alle ore programmate anche in assenza del proprietario) ed il Timer per le luci.   Quest’ultimo a mio avviso è indispensabile (vedere il capitolo sulle piante).

 

 

            Altri Accessori

 Gli accessori indispensabili sono:

     Retino per pescare i pesci nell’acquario, almeno due uno piccolo ed uno medio.

     Un tergivetro, il più comodo è quello magnetico, di dimensioni appropriate.  E’ meglio sceglierlo galleggiante: se facciamo un movimento troppo brusco e la calamita interna si stacca, non cade sulla sabbia del fondo, ma galleggia in superficie.  In questo modo si evita che minuscole particelle di sabbia rimangano imprigionate nel tergivetro e possano rigare i vetri.

     Una pinza per piantare

     Un sifone per aspirare grosse impurità dal fondo dell’acquario.  Ne esistono di vari tipi, manuali, funzionanti tramite l’aria del vibratore, elettrici etc.    Può essere utilizzato anche un tubo di plastica che porti l’acqua a caduta in un secchio collocato a terra (facciamo attenzione a non aspirare i pesci !!!).

     Un tubo di plastica del diametro di più di un centimetro per i cambi d’acqua

     Un termometro da collocare in acquario.


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